Moto
Sono stati accolti con grande entusiasmo i cambiamenti nel nuovo codice della strada: su tutti spiccano la possibilità di viaggiare in autostrada con le moto 125cc e alcune migliorie alla circolazione urbana su due ruote. Forse è meglio aspettare che il nuovo codice della strada si trasformi in legge prima di esultare, tuttavia il testo unificato della legge delega per la riforma del codice della strada italiano è stato approvato in Commissione Trasporti della Camera il 22 luglio 2014 e ha cominciato un iter di valutazione sulla "qualità del testo", sulla "legittimità costituzionale" e altri processi che - se tutto andrà per il verso giusto - dovrebbero portare alla trasformazione in legge del nuovo codice della strada entro la fine del 2014. Nei probabili rimbalzi tra le Camere potrebbero esserci dei cambiamenti, ma la sostanza dovrebbe restare invariata. Le novità principali sono state diffuse (e richieste) dall'Ancma - l'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, che riunisce le aziende italiane costruttrici di veicoli a 2 e a 3 ruote, di parti ed accessori - e riguardano soprattutto i mezzi a due ruote.
Scooter e moto 125cc in autostrada dal 2015
Quella delle moto 125cc in autostrada è certamente la novità più importante: dalla fine del 2014 o presumibilmente dal 2015, in Italia le moto 125cc potranno circolare liberamente in autostrada e in tangenziale se guidate da conducenti maggiorenni. In realtà non si tratta di una novità rivoluzionaria, ma di un allineamento al resto d'Europa, come specifica l'Ancma: "così l'Italia si allinea al resto d'Europa, dove questa limitazione non è mai esistita".
Altre novità del codice della strada 2014/2015
È probabile che ci saranno anche novità attualmente ignote. Tuttavia, accanto alla possibilità di prendere l'autostrada con le moto 125cc, vi sarà quella per biciclette, ciclomotori e motocicli di circolare nelle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici: una misura che, per Ancma, aumenterà la sicurezza dei mezzi a due ruote, separandoli dal traffico ordinario come avviene già a Londra. Inoltre, anche i conducenti di ciclomotori e motocicli verranno inquadrati con lo status di "utenti vulnerabili", mentre per favorire la circolazione in sicurezza di biciclette, ciclomotori e motoveicoli, verrà limitata il più possibile la presenza a bordo strada di ostacoli fissi artificiali, come i supporti della segnaletica stradale e i guardrail. A tal proposito l'Ancma ha redatto, in collaborazione con il DISS (Dipartimento di Sicurezza Stradale) dell'Università di Parma, delle linee guida per progettisti e tecnici dell'urbanistica per realizzare infrastrutture in linea con gli standard di sicurezza comunitari.
Un'altra novità riguarderà le biciclette: alcune disposizioni avranno l'effetto di incentivare l'utilizzo delle biciclette; viene inoltre introdotto un sistema di "marchiatura volontaria del telaio", che renderà più semplice alla forze dell’ordine l’identificazione e il recupero delle biciclette rubate: magari il protagonista del celeberrimo "Ladri di biciclette" - capolavoro del neorealismo italiano - avrebbe avuto più possibilità di ritrovare la sua.
Chi è stato in città come Parigi o Londra, avrà subito notato l'integrazione impeccabile di servizi ed infrastrutture appositamente predisposti per i ciclisti: bike sharing con tessere contactless esistenti già da molti anni, piste ciclabili ben delimitate, segnali stradali chiari. Tutti elementi di una forte volontà delle amministrazioni pubbliche di stimolare la mobilità sostenibile: una sensazione di sicurezza e di integrazione che non può lasciare indifferenti i cittadini, i quali metabolizzano i servizi, li utilizzano e li rendono ancor più efficienti. Non possiamo che auspicare un successo simile in Italia - dove non mancano, comunque, città virtuose per i ciclisti -: la normativa sembra - finalmente - aver preso la direzione giusta.