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1 agosto 1976: Niki Lauda ebbe l'incidente che lo sfigurò

Il 1 agosto del 1976 Niki Lauda restò coinvolto nel gravissimo incidente che gli sfigurò il volto al Gran Premio di Germania presso il Nürburgring Nordschleife.

Niki Lauda domina il campionato di Formula 1  del 1975

Il pilota austriaco aveva dominato il campionato del 1975 chiudendo il campionato piloti con 64,5 punti, quasi 20 in più del secondo classificato, Emerson Fittipaldi, che ne aveva collezionati 45. Terzo Carlos Reutemann con 37 e soltanto quarto James Hunt con la Hesketh a quota 33 punti.

Campionato 1976

L'anno seguente James Hunt passa alla McLaren e ottiene due pole position nei primi due Gran Premi (in Brasile e Sud Africa) ma è Lauda "il computer" a vincere entrambi i Gran Premi. Prosegue con due secondi posti e altre 2 vittorie che sembrano ipotecare la vittoria finale. Vince anche il Gran Premio di Gran Bretagna, presentandosi alla tappa successiva in Germania con 5 vittorie, 2 secondi posti, un terzo posto e un ritiro.

Gran Premio di Germania del 1976

Il primo agosto del 1976 era la volta del pericolosissimo Nürburgring Nordschleife per il GP di Germania: si tratta dell'ultimo GP di Formula 1 che si è corso su quel circuito. Niki Lauda, che aveva avuto problemi di sovrasterzo, partiva secondo; in pole c'era James Hunt che aveva fatto registrare un tempo di 7'06"5.

Alla partenza, tuttavia, il comando fu preso da Regazzoni, compagno di squadra alla Ferrari di Lauda, che effettuò un'ottima partenza dalla sua quinta posizione - a differenza di Lauda che si trovò ottavo -.  Nel corso del primo giro, Regazzoni andò in testacoda e ne approfittò Ronnie Peterson che, pur partendo undicesimo, riuscì ad arrivare in testa. Non pioveva e la pista iniziava ad asciugarsi, così la maggior parte dei piloti decise di passare alle gomme slick, Lauda compreso.

L'incidente di Lauda al secondo giro

Con le gomme da asciutto, Lauda sbandò in una curva al Bergwerk, probabilmente per aver sfiorato il cordolo. La macchina andò in leggero sovrasterzo verso l'interno della curva per poi scartare con decisione dal lato opposto: all'esterno della curva il tracciato era delimitato da un rialzo montuoso per cui erano presenti delle rocce. La monoposto di Lauda si schiantò con violenza verso le rocce per poi tornare in pista ruotando vorticosamente avvolta dalle fiamme (ci fu una fuoriuscita di benzina). Come se ciò non bastasse, dopo essere stata evitata da Guy Edwards, la Ferrari di Lauda fu colpita da due vetture che sopraggiungevano: quella di Harald Ertl e quella di Brett Lunger. Ciò causò lo svenimento di Lauda che perse anche il casco; i tre piloti tentarono di soccorrere l'austriaco. Anche Arturo Merzario si fermò per aiutare il ferrarista: Niki fu estratto, proprio da Merzario, dal veicolo ancora in fiamme; le sue condizioni erano gravissime, con ferite ed ustioni terribili e soprattutto un avvelenamento dovuto ai fumi rilasciati dalla benzina in fiamme.

La gara venne interrotta ma ripartì alle 16 e si concluse con la vittoria di Hunt.

Dopo aver combattuto tra la vita e la morte, il 5 agosto Lauda fu dichiarato fuori pericolo e dopo soli 42 giorni decise di tornare sulla sua monoposto per il Gran Premio d'Italia. Lauda aveva ancora il volto pieno di ferite, molte delle quali sanguinavano sfregando contro il casco; aveva, inoltre, una percezione visiva distorta a causa delle palpebre non ancora perfettamente ristabilite. Nonostante questo, Niki Lauda ottenne un quinto posto nelle qualifiche e concluse la gara piazzandosi quarto.

L'incidente del 76 sfigurò per sempre il volto di Lauda e allo stesso modo segnò i cuori di tutti gli appassionati di Formula 1, lasciando in essi il ricordo di emozioni irripetibili.

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