Un avvicendamento che farà discutere e che era nell'aria già da alcuni giorni. Ripercorriamo le tappe principali di questa notizia.
Nei giorni scorsi si era già parlato della polemica tra l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne e il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo: a Monza, in occasione della brutta prova del Gran Premio d'Italia, Marchionne aveva dichiarato riguardo a Montezemolo che "nessuno è indispensabile, contano i risultati: abbiamo piloti Campioni del Mondo ma non vinciamo da 6 anni; la Ferrari deve essere vincente in F1, è una cosa che deve essere messa a posto".
Prende le difese di Montezemolo il suo socio fondatore di NTV Diego Della Valle: "sono dieci anni che Marchionne fa annunci e promesse a vuoto agli italiani e ai suoi dipendenti, facendo invece sempre e solo i fatti suoi. Gli italiani, che vivono una crisi tremenda, di persone come Marchionne ne fanno volentieri a meno. Speriamo che lo capisca anche lui e non salga più in cattedra per dare insegnamenti non richiesti".
Bisogna ammettere che tra Montezemolo e Marchionne erano inevitabili delle divergenze: dal passato dei due al look, dal rapporto con confindustria alla gestione dell'italianità le loro storie sono profondamente diverse, quasi opposte. Sintomatico di questa opposizione, ad esempio, anche che Marchionne sia abituato a lavorare sodo e a dannarsi l'anima per risanare i conti della Fiat, mentre Montezemolo giri per il mondo seguendo i GP con una Ferrari che, comunque, chiude regolarmente i bilanci in attivo. Nonostante la polemica si sia risolta con la dichiarazione di un chiarimento, si è giunti alla conferenza stampa di Maranello dove Marchionne annuncia il licenziamento di Montezemolo.
In una conferenza stampa convocata in tutta fretta al Museo Ferrari di Maranello, apprendiamo del passaggio di consegne di Montezemolo a Marchionne. Il passaggio formale avverrà il 13 ottobre 2014, quando Marchionne diventerà il nuovo presidente della Ferrari ("e intendo rimanerlo", dichiara).
Marchionne precisa nel corso della conferenza: "la Ferrari è nata italiana e morirà italiana". Che l'ad di Fca stesse già pensando alla "morte" della Ferrari è un pensiero che sorge spontaneo. Marchionne prosegue: "se qualcosa venisse prodotto fuori da questo stabilimento sarebbe osceno, totalmente inconcepibile, non sarebbe più la Ferrari. Inoltre, non c'è la minima intenzione di integrare la Ferrari nel sistema Fiat-Chrysler. L'indipendenza operativa e strategica della Ferrari non sarà mai messa in discussione".
La conferenza prosegue poi parlando della polemica tra i due: "vorrei ringraziare Luca dell'amicizia che mi ha dato in questi 10 anni. Un'amicizia con lui che continua, non intaccata dalle polemiche di questi giorni".
In effetti anche nella prossemica Montezemolo e - soprattutto - Marchionne sembrano essere amici fraterni: pacche sulle spalle, sorrisi e battute informali.
L'ultimo evento che coinvolgerà Montezemolo da presidente sarà il raduno Ferrari di Berverly Hills il 12 ottobre: proprio il giorno prima della quotazione in borsa di Fca e l'ultimo da presidente. All'orizzonte anche il vertice Alitalia dove potrebbe esserci già una poltrona pronta per lui.
Dopo 23 anni lascia la Ferrari: come buonuscita si è raggiunto l'accordo alla cifra di 27 milioni di euro. "Fiat sappia che è sempre troppo poco", la frecciatina di Montezemolo a Marchionne, per rimarcare i risultati ottenuti dalla Ferrari durante la sua presidenza.
La buonuscita è calcolata sommando "l'indennità di fine mandato attribuitagli sin dal 2003 pari a cinque volte la componente fissa della remunerazione annua di 2,7 milioni" per un totale di 13.710.000 pagabile nell'arco di vent'anni e altri 13,2 milioni per il divieto a non svolgere nessuna attività in concorrenza con il gruppo Fiat sino al marzo 2017.
E se ciò non bastasse, è stato previsto anche il "diritto temporaneo di acquistare prodotti del gruppo Fiat con alcune facilitazioni, nonché di usufruire di taluni servizi attinenti la sicurezza".
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