Da quando Marchionne ha sostituito Montezemolo alla guida della Ferrari, molti appassionati del Cavallino hanno storto il naso. Così, in occasione del primo CdA a Londra (nuova sede fiscale del gruppo), arriva l'annuncio a sorpresa dello scorporo della Ferrari da Fca.
Per Elkann il CdA a St. James Street "dà la possibilità a Fca di rafforzarsi e a Ferrari - ed Exor - di iniziare una nuova fase della sua grande storia, dandole maggiore autonomia per il miglior futuro industriale e sportivo". Sergio Marchionne manterrà la carica di presidente anche dopo la scissione: il divorzio Fiat - Ferrari riguarderà sostanzialmente solo la quotazione in borsa. Il 10% di Ferrari, infatti, sarà quotato negli States durante il 2015 e in un altro mercato europeo (probabilmente Italia, Gran Bretagna o Olanda). Le restanti quote di Ferrari saranno divise tra gli azionisti di Fiat Chrysler Automobiles (gli Agnelli sono i soci di maggioranza), mentre il 10% resterà a Piero Landi Ferrari, figlio di Enzo Ferrari. Exor avrà, alla fine di questa operazione, circa il 24% del Cavallino.
L'annuncio ha immediatamente spinto in alto il titolo in Borsa di FCA con un +11,63% a Wall Street e un +12,79% a Milano. Si prevede che l'operazione di quotazione di Ferrari potrebbe fruttare 4-5 miliardi di euro di liquidità che serviranno per finanziare il rilancio del marchio Alfa Romeo illustrato nel piano industriale che lo scorso maggio Sergio Marchionne ha presentato a Detroit.
Grazie a questa arguta operazione Marchionne rispetterà la promessa di non snaturare l'italianità di Ferrari, dandole la protezione di Exor e regalando, allo stesso tempo, preziosa liquidità a Fca per rispettare il piano industriale; d'altronde la Ferrari lasciata in eredità da Montezemolo gode di ottima salute e può permettersi di "regalare" i soldi della sua quotazione in borsa ad Fca. "È un'operazione che dà vantaggi da tutti i punti di vista. Quanto frutterà? Sarà il mercato a darne una valutazione, ma sono molto ottimista. È una grandissima opportunità anche per preservare l’italianità dell’azienda e la sua immagine di produttore di auto di lusso", dice Marchionne. Il CdA di Londra stabilisce anche un prestito obbligazionario da 2,5 miliardi di dollari rivolto a investitori istituzionali statunitensi e internazionali.
Sicuramente si tratta di iniziative importanti, destinate ad incidere nei marchi Ferrari, Fiat e soprattutto Alfa Romeo: mentre molte persone, sulla pagina Facebook di NuvolariTV, reagivano con sdegno al passaggio di consegne di Montezemolo a Marchionne, ora la casa di Modena sembra poter intraprendere una strada più autonoma (pur finanziando, di fatto, Fca), magari in grado di restituirle il rispetto che merita anche in campo sportivo dopo le delusioni degli ultimi anni.
La speranza, comunque, è che questa operazione che vuole - a detta di Marchionne - preservare l'italianità del marchio non implichi che Fiat, Alfa e Lancia siano condannate ad una perdita di italianità, nel design ma anche nell'ingegneristica. Un paradosso se pensiamo al glorioso passato italiano sia in termini di innovazione che di stile.
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